CONSISTENZA NUMERICA NEL TEMPO, DEI CUCCIOLI DI UN BRANCO DI LUPI DELL' APPENNINO  di Francesco Fusillo

Il presente documento rappresenta il risultato di 14 mesi di osservazioni su un branco di lupi appenninici (Canis Lupus Italicus) del Centro Italia.
L' attività è stata svolta con tecniche non invasive, in maniera indipendente e con fini puramente conoscitivi: i risultati finali sono basati sulla libera interpretazione dell' Autore.
Al Lettore le eventuali analisi interpretative.

Note e guida alla lettura

L' obbiettivo di questa indagine è cercare di quantificare un' indice numerico riguardo il tasso di mortalità dei cuccioli di Lupo Appenninico durante il primo anno di vita. A risultato ottenuto, si è poi valutato il contesto territoriale, rappresentato con diverse componenti generalmente comuni nelle aree montane appenniniche. La percezione di ogni elemento è stato valutato secondo il buon senso rapportandolo alle reali circostanze - di cui si è venuti a conoscienza - accadute nel territorio durante il periodo in questione.

Il territorio del branco e l' attività umana

Tipico montano dell' Appennino, comprendente boschi di faggio, di conifere, boschi misti, praterie erbose, pascoli cespugliati e centri abitati.
Densità abitativa media del territorio interessato: 65 abitanti/Kmq.
Fascia altimetrica interessata a partire dai 600m.
Sono presenti strade asfaltate e sterrate che permettono un facile accesso tramite mezzi motorizzati, in tutte le porzioni del territorio interessato.
Sono presenti attività di allevamento di bestiame allo stato brado, con capi vaganti liberi nel frequentare il territorio nella sua interezza (es.: zone abitate, strade, zone boscose, pascoli, zone impervie, zone di pregio naturalistico).
E' presente e regolamentata l' attività di ricerca e raccolta del tartufo e dei funghi.
L' attività venatoria è vietata in larga parte nel territorio del branco: persistente, documentato e contrastato il fenomeno del bracconaggio. Nelle zone dove la caccia è consentita, l' attività e regolamentata secondo le norme applicate al calendario venatorio regionale.
Il territorio è interessato da varie attività ritenute ad orientamento turistico-ricreativo: ad esempio quad, enduro motocross, off-road jeep, escursionismo, equitazione, biking MTB, sports invernali, sports estivi, bivacco, campeggio libero [etc etc...].
Nello svolgersi pratico-quotidiano:
non sono presenti porzioni di territorio con una fruizione turistica organizzata o più generalmente con accesso numerico controllato o limitato, nè zone talmente impervie da non poter essere volontariamente raggiungibili da persone con capacità motorie medie, nè zone non raggiungibili e non raggiunte dai capi di bestiame brado vagante.

INFORMAZIONI DI RIFERIMENTO

 
Fattori Attivi Sul Territorio: VALORI DI PARTENZA

  • Allevamento Brado
  • Fruizione turistica

  •  
  • Condizioni meteorologiche
  • Strade forestali
  • Altri Interessi economici privati sul territorio
  • Taglio boschi controllato
  • Bracconaggio sospettato
  • Vicinanza centri abitati

  •  
  • Bracconaggio conclamato
  • Strade asfaltate
  • Dimensioni del territorio
  • Capacità trofica del territorio (se scarsa)
  • Eventi naturali eccezionali
  • Cani vaganti

VERDE fattore innocuo o di per se oggettivamente innocuo;
ARANCIONE non prevedibile o di per se oggettivamente modestamente pericoloso;
ROSSO fattore di pericolo.

STIMA PREVISTA

Riduzione minima del numero di cuccioli da 6 a 4 individui - corrispondenti al 34% di decessi - come da dati di confronto: essendo questo valore estratto da un contesto lontano da quello Italiano, proveniente da un area naturalisticamente pregiata e di riferimento scentifico in tutto il mondo, con meno bracconaggio e pressione antropica, la stima prevista è da intendersi come minima e puramente ottimistica.

Risultati

Riduzione minima del numero di cuccioli da 6 a 2 individui, corrispondenti al 66% di decessi, non escludendo in parte il poco probabile ma possibile, valore del 83% in quanto il presunto cucciolo in vita è stato stimato in maniera analitica e non per osservazione.

 
MORTALITA' min: 66%   SOPRAVVIVENZA max: 34%

 

 
Fattori Attivi Sul Territorio: VALORI OSSERVATI

  • Dimensioni del territorio
  • Capacità trofica del territorio
  • Condizioni meteorologiche
  • Eventi naturali eccezionali
  • Cani vaganti
  • Altri interessi economici sul territorio
  • Bracconaggio conclamato ( nessun caso )

  •  
  • Allevamento Brado
  • Fruizione turistica
  • Strade forestali
  • Bracconaggio sospettato
  • Taglio boschi controllato
  • Strade asfaltate
  • Vicinanza centri abitati


CONSIDERAZIONI FINALI

Cucciolo di Canis lupus deceduto per malattia
Cucciolo di 4 mesi deceduto per cause patogene.

La cucciolata si è ridotta dal numero di 6 ad un massimo di 2 esemplari.
Tre decessi, corrispondenti al 50% del dato di partenza, si sono verificati nei primi 6 mesi di vita, per via di problematiche ritenute di natura patologica. In particolare un esemplare deceduto sottoposto ad analisi IZS, ha presentato patologia causata da virus debilititante e altamente infettivo, facilmente trasmissibile al resto della cucciolata, un altro individuo presentava visivamente segni di debolezza fisica, comportamento timido, tendenza all'isolamento e un'anomalia congenita riguardante la coda, fattori che intesi nell'insieme implicano un probabile coinvolgimento negativo nel processo di selezione naturale della specie. Non si hanno invece informazioni, oltre l'evidente scomparsa, del terzo cucciolo, ma la vicinanza temporale fra gli eventi lascia supporre la morte sempre per causa naturale.
Un quarto esemplare è deceduto per causa antropica all'età di circa 10 mesi, nel periodo in cui con i cuccioli ormai cresciuti, il branco si sposta nell'interezza del proprio areale frequentando spesso le zone maggiormente esposte alle insidie - dirette e indirette - generate dall'uomo, fra cui le attività di bracconaggio e gli investimenti stradali: si ritiene comunque - in questo caso di ricerca specifica - che variando le cause di mortalità presunte, il risultato finale - inerente i cuccioli - non cambi.
Dall'analisi dei fattori operanti sul contesto si pensa che il problema primario per questo branco consista nell'utilizzo "invasivo" del proprio territorio da parte dell'uomo: dove un turismo non regolamentato ed una gestione degli allevamenti di bestiame con assenza di aree interdette non permettono alla specie zone sicure di rifugio senza la costante presenza umana, inficiando quotidianamente sui fattori sociali, comportamentali e alimentari del branco, con ripercussioni nel livello di stress dei singoli individui, generando quindi più facilmente i rischi associati come ad esempio il calo delle difese immunitarie e la conseguente facilità nell' esporsi ad infezioni degenerative. Il fenomeno del turismo "invadente" include principalmente il coinvolgimento delle strade sterrate, inizialmente nate per uso forestale su percorsi "storici" di scambio fra i paesi della zona, sembrerebbe che il loro utilizzo si sia modificato nel tempo, permettendo a chiunque di addentrarsi con un qualsiasi mezzo motorizzato (sia attrezzatissime jeep e sia con semplici city car) in zone di pregio naturalistico, pascoli, prati, pieno bosco: indipendentemente dalle cattive ( ad es. caccia illegale/bracconaggio... ) o buone ( ad es. professionali, ricreative... ) intenzioni dell' utilizzatore, ne deriva un elevato impatto ambientale negativo ed una "anomalia etica" riguardo la porzione di territorio legalmente protetta.

Ululato dei cuccioli - 6 mesi circa - non indotto

Dall' analisi visiva delle fatte i cuccioli sono stati alimentati prevalentemente con l'utilizzo di parti di cinghiale, bestiame domestico e capriolo.
Nei casuali incontri con la specie, nessun esemplare di lupo adulto ha mostrato atteggiamento aggressivi nei confronti dell'uomo, esibendo veloci e istintive fughe verso luoghi riparati. E' da notare come i due cuccioli sopravvisuti potrebbero non implicare l'aumento del numero di individui del branco in tarda primavera, sostituendosi al numero degli adulti deceduti o a quello degli esemplari andati in dispersione - autoregolamentazione numerica sul territorio - nel caso specifico la dimensione del branco - insieme ai riferimenti geografici - sono stati omessi in quanto non indispensabili per il fine della ricerca.
 
La vasta area a disposizione del branco, l'elevata capacità trofica del territorio e l'abilità dimostrata dalla specie nel sapersi destreggiare tra i quotidiani disturbi citati, confermano come il branco in questione frequenti dei luoghi fondamentali per la protezione del Lupo Appenninico nell' Italia Centrale: in assenza di dati locali pregressi su questo argomento, si è così voluto ottenere un valore di riferimento da riconfermare o da correggere in futuro, domandandosi di conseguenza anche riguardo al tasso di mortalità in aree di più recente colonizzazione, meno idonee alla specie, meno vaste, non protette, maggiormente esposte a pericoli di natura antropica.
 

 
I risultati sono stati ricavati da un'analisi con attitudine ottimistica, non escludendo in parte il limite poco probabile ma analiticamente possibile del 83% di decessi: questo valore è dovuto all'assenza di prove riguardo uno dei cuccioli durante l'ultimo periodo di monitoraggio, a testimonianza delle costanti difficoltà riscontrate nel seguire il branco, nel suo territorio, con le sue non prevedibili e univoche regole culturali.
 
Grazie per la lettura,
Francesco Fusillo

Versione 1.0 : Ottobre 2016
 
Per evitare al Lettore eventuali incomprensioni nella lettura, se non distorsioni del testo, si ribadisce la totale utilità delle aree protette e dei divieti assoluti inerenti l'esercizio dell'attività venatoria.
 
La presente ricerca è frutto di iniziativa personale, indipendente e priva di interesse economico; l'attività è stata svolta a proprie spese e nel tempo libero, cercando di costruire un'informazione - nei limiti personali - il più corretta possibile.
Si ringraziano per la disponibilità, l'attenzione, la professionalità e per i consigli: Romina Fusillo e Manlio Marcelli di Lutria Wildlife Research, Stefano Donfrancesco e Ilaria Guj del "Progetto Lupo Prov. di Roma", Marco Novelli amico e fotografo.

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